Quarantena e reclusione obbligatoria sono lo sfondo per entrare in una casa, in una vita, e narrarne i ritmi le storie e i fantasmi. La soglia traccia un valico oltre cui si intuisce un mondo esterno con propri velocità e significati. Le finestre lasciano entrare una piccola porzione di mondo modulata ora sullo sguardo ora sull’udito. All’interno la narrazione è lenta e in forma quasi di diario. Non ci sono parole, la comunicazione è altra. Lo stare, pur assumendo la forma della rinuncia, esprime comunque un movimento lentissimo così come un albero in comunicazione con cielo e terra è una forma di libertà ferma.